L’ideologia nazista imposta attraverso la pratica degli occupanti

“Il nazismo, il fascismo italiano e il militarismo giapponese erano innanzitutto ultranazionalismi che cercavano di riservare ai propri popoli i presunti benefici della loro Weltanschauung. Era fuori questione, in sostanza, concedere tali benefici a popoli considerati inferiori, tanto che la logica dell’egemonia ha spesso prevalso sul desiderio di conversione, a differenza del percorso seguito dallo Stato islamico in Siria, per fare un esempio. Di conseguenza, l’ideologia veniva imposta non per mezzo di una logica seduttiva di arruolamento, ma attraverso le pratiche degli occupanti. “Ciò che ha reso l’ideologia nazista così viva e vivibile è il fatto che non è stata semplicemente decretata dall’alto verso il basso, costituendo pertanto il risultato della produzione di discorsi politici programmatici, ma è stata (ri)prodotta – cioè fatta propria, modificata e, più raramente, rifiutata – dagli attori storici nelle loro relazioni sociali e intime quotidiane” (15). In Russia, per esempio, le autorità naziste non ostentarono il loro darwinismo razziale, ma i soldati, assassinando gli ebrei, tenendo in ostaggio e sfruttando i civili, e trattando le donne sovietiche come oggetti sessuali, lo inscrissero nella vita quotidiana dei popoli asserviti. “Era nella vita quotidiana che i tedeschi e gli austriaci formavano una comunità e realizzavano il nazismo” (16). In breve, le forze di occupazione raramente cercarono di controllare la popolazione o di convincerla a seguire le loro politiche, preferendo imporre i loro principi attraverso le azioni compiute” (pag 309) [Olivier Wieviorka, ‘Storia totale della Seconda Guerra Mondiale’, Leg – Editrice Goriziana, Gorizia, 2025] [(15) Elissa Mailänder, ‘Amour, mariage; sexualité. Une histoire intime du nazisme (1930-1950)’, Paris, Seuil, 2021, p. 361; (16) Ivi., p. 362]