Mauthausen: ‘metodo di scelta basato sulla teoria pseudoscientifica degli «uomini destinati a dominare per la razza cui appartenevano»’

“Nel dare inizio a questa parte della storia del campo di concentramento di Mauthausen occorre ricordare che qualsiasi attività politica, qualunque diffusione di notizie, ogni specie di solidarietà organizzata e persino ogni conversazione politica a Mauthausen comportavano la pena di morte. Contro una organizzazione della resistenza che abbracciasse molti detenuti, nel campo di Mauthausen si ergevano, tra gli altri, i seguenti ostacoli: Il terrorismo barbarico delle SS; I detenuti funzionari criminali; la brevissima durata della vita dei detenuti; la lotta spietata per la sopravvivenza; per molti, almeno dal 1939 al 1944, la mancanza di qualsiasi speranza, con suoi effetti paralizzanti; l’isolamento assoluto di molti gruppi di detenuti; la forza tradizionale dei contrasti nazionali. La maggior parte dell’«auto-amministrazione» del campo di concentramento costituita da detenuti comuni, è stata per anni una lunga mano del sistema terroristico delle SS. Almeno fino alla primavera del 1944 la struttura di questa amministrazione e i suoi compiti erano determinati unicamente dalle SS del Comando, che applicavano la vecchia regola tattica del «divide et impera» sia nei confronti dell’insieme dei detenuti e di certi gruppi nazionali (1), sia nei confronti degli stessi detenuti funzionari. Quando le SS divisero i detenuti in due categorie, considerando inferiore quella dei prigionieri di guerra sovietici (1941-1943) e degli ebrei (1940-1943) e superiore quella dei tedeschi (austriaci compresi) e in parte dei lussemburghesi, degli spagnoli e dei céchi, nella gerarchia dei funzionari i segretari e i capi-campo nonché i kapò della grandi unità lavorative vennero a trovarsi in una posizione più elevata, mentre caddero più in basso i portinai, gli inservienti delle camerate e i portatori di vitto, che le SS e anche parecchi detenuti chiamavano «parassiti». Questo metodo di scelta, basato sulla teoria pseudoscientifica degli «uomini destinati a dominare per la razza cui appartenevano» aveva portato a una gerarchia fra i detenuti e a una stratificazione «sociale» che non avevano nessun rapporto con le qualità spirituali dei detenuti, né con il loro numero. Così è proprio nei gradini più bassi di questa scala, tra le migliaia di prigionieri di guerra sovietici e di detenuti ebrei, che si trovavano molti che nella loro qualità di ingegneri, operai, professori, tecnici, scienziati e medici altamente qualificati avevano reso all’umanità preziosi servigi. Al contrario, ai gradini superiori, tra in notabili del campo, si trovavano sfruttatori di donne, delinquenti abituali gravemente pregiudicati e assassini su commissione, pronti a salvare senza esitazione la loro vita a spese di quella altrui”
(pag 219-220) [Hans Marsalek, ‘Mauthausen’, Edizioni La Pietra, Milano, 1977] [(1) Così il RFSS Himmler aveva ordinato per iscritto il 14.7.1942 “che le punizioni corporali alle russe fossero inflitte dalle polacche e quelle alla polacche e alla ucraine dalle russe”, “in nessun caso le punizioni corporali devono essere eseguite da detenuti politici tedeschi…”]