Il declino dell’erudita Göttingen e l’ascesa dell”Atene’ del tempo, Berlino

“Certamente lo sguardo di Heine non è molto tenero nei confronti dell’«orgoglio da eruditi arido e gretto» di dotti della Georgia Augusta. Si salvano soltanto Friedrich Bouterwek i cui principi di critica letteraria e i cui lavori storici avevano avuto una certa eco negli ambienti romantici, e George Sartorius, per le sue convinzioni liberli, «sia pure moderate» (5). Per il resto le «idee» di un Heeren «sono distanti dalle idee platoniche quanto Atene dista da Göttingen» (6). L’Atene del tempo è indubbiamente Berlino; e di fronte al fascino della filosofia hegeliana, ai circoli romantici di Fouqué, Chamisso e Hoffmann, di fronte al Café Royal, a Wisotzki, a Jagor, le strutture e le glorie della vecchia ‘Landesuniversität’ dovevano sembrare poco più che fantasmi scoloriti. L’immensa erudizione di Göttingen poteva tutt’al più riscaldare il «vecchio cuore» di Eichhorn che sognava vagare in un bel giardino ascoltando il suono degli usignoli e trapiantando citazioni e schede da un’aiuola all’altra (7) e la cultura storica giuridica di un Heeren e di un (Gustav) Hugo (a) potevano tutt’al più riempire qualche nota polemica celle ‘Vorlesungen’ berlinesi di Hegel. Eppure i fantasmi scoloriti rivivevano talvolta altrove la loro originale esperienza. Tra le letture del giovane Feuebach (nell’autunno-inverno 1822-23) c’erano le ‘Institutiones historiae ecclesiasticae’ del vecchio Mosheim e le ‘Einleitungen’ di Eichhorn alla lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento. L”Urgeschichte’ di Eichhorn e Gabler era discussa nelle prime pagine di ‘Das Leben Jesu’ di David Friedrich Strauss. Il ‘Naturrrecht’ di G. Hugo faceva ancora arrabbiare il Marx ventiquattrenne, collaboratore della “Rheinische Zeitung”, e Rehberg, ancora nel 1852, trovava un posto di riguardo tra Burke e Gentz, nella ‘Geschichte der Reaktion’ di Max Stirner. Heine non fu certo l’unico testimone della decadenza di Göttingen. Nel periodo in cui vi studiava (1821, 1824-25) la Georgia Augusta non era più quel centro di studi che tanti intellettuali avevano frequentato e poi esaltato” (pag 5-6) [Luigi Marino, ‘I maestri della Germania. Göttingen 1770-1820′, Einaudi, Torino, 1975] [(5) Heine, Reisebilder’, cit, pp. 66 e 125; (6) Ibid. p. 237; (7) Ibid., pp. 36-37] [(a) Gustav Hugo, il prestigioso romanista nonché padre della scuola storica del diritto, p. 5]