“Anche Savona ha il suo “biennio rosso” ma anche la classe operaia savonese subisce, dopo il ’21 l’influenza della sconfitta operaia e contadina in tutta Italia. Così «il caldo e calmo pomeriggio della vecchia via Pia viene rotto da urla, canti, colpi di rivoltella, trambusto di gente esaltata. È una domenica d’estate: il 6 agosto 1922. Una grossa squadra di fascisti (molti dei quali provenienti da fuori Savona) sfonda le porte della Camera del Lavoro, penetra nella sede, distrugge tutto quello che trova. Anni di lotte, di sacrifici, di gloriose battaglie del movimento operaio savonese bruciano tra le fiamme dell’improvvisato falò ed è come se bruciassero le pagine più belle della storia di questa vecchia città…» (3). Ma la sconfitta del movimento operaio, con l’avvento del fascismo a Savona, non è così scontata. Infatti, alle elezioni comunali del 26 marzo 1923, di fronte al Blocco nazionale composto da popolari, liberali, fascisti, nazionalisti, ex combattenti, su 21.781 elettori vanno a votare soltanto 9.370 savonesi. (…) La prima guerra mondiale costituisce l’occasione per un rilancio e un potenziamento delle industrie savonesi, ma la crisi produttiva del primo dopoguerra viene superata non senza traumi e gravi conflitti sociali. Nel 1918 la Siderurgica di Savona si fonde con l’Ilva e gli impianti vengono ristrutturati mentre nello stesso anno la Servettaz si fonde con la Basevi. Nascono, in quel periodo, le Officine Elettromeccaniche Scarpa e Magnano che dal 1926 avranno un consistente sviluppo produttivo trasferendosi nel nuovo stabilimento di Via Fiume. (…) Non è dunque un caso se nella nostra città trova fertile terreno l’opposizione clandestina al regime fascista seppur da parte di minoranze, come quella comunista (il 30 aprile 1938 viene arrestato l’intero gruppo dirigente savonese) o di alcuni studenti universitari che si raccoglieranno l’anno successivo nel ‘Muri’ o attorno ad alcuni insegnanti antifascisti come Ennio Carando, docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico Statale “G. Chiabrera” e che parteciperà attivamente alla Resistenza e sarà fucilato a Villafranca Piemonte il 5 febbraio 1945 dai nazifascisti. Tuttavia il consenso verso il regime, è in questo periodo, consolidato e diffuso sia a livello nazionale che locale e le leggi razziali del 1938 vengono applicate anche a Savona senza reazioni pubbliche di sorta non solo perché gli ebrei presenti in città sono un’esigua minoranza, ma anche perché l’antisemitismo secolare presente nella nostra cultura religiosa ne aveva facilitato in qualche misura l’accettazione. Al riguardo, su “Il Giornale di Genova” del 14 settembre di quell’anno, compare un articolo intitolato “La situazione dei giudei a Savona”, in cui vi si affermava tra l’altro: “In tutta la provincia abbiamo circa una quarantina di famiglie delle quali fanno parte elementi giudei; di esse una metà risiede nel capoluogo. (…) L’infiltrazione di elementi giudaici nella nostra provincia non ha mai avuto e non ha oggi una specifica gravità… Ciò non toglie però che quanto sino ad oggi non si è verificato non si potrebbe verificare per l’avvenire e che, senza i provvidenziali provvedimenti presi dal Fascismo per la tutela della razza, la zona della nostra provincia non potrebbe esserlo in un immediato domani d’azione per l’attività ebraica…” (8). Si trattava di un antisemitismo motivato da ragioni razziali introdotte nel nostro paese, a partire dal 1936 dal regime fascista, dopo la conquista dell’Etiopia, volte a salvaguardare l’integrità della “razza italiana” e a scoraggiare i rapporti tra italiani e indigeni delle colonie ma che derivano soprattutto dall’allineamento di Mussolini con l’antisemitismo hitleriano dopo la costituzione dell’Asse Roma-Berlino di quell’anno” (pag 31-33) ‘Mario Lorenzo Paggi, ‘Il 1938 a Savona’ (in) ‘Carte della persecuzione. L’applicazione delle leggi razziali a Savona, 1938-1945’, a cura di Piero Borgna, Angelo Maneschi, Mario Lorenzo Paggi, Sabatelli editore, Savona, 2005] [Cfr. Arrigo Cervetto, ‘Ricerche e scritti. Savona operaia dalle lotte della Siderurgica alla Resistenza’, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2005; (8) La citazione è riportata da Rodolfo Badarello in ‘Note per una storia del movimento operaio savonese’, su ‘Savona nel Novecento’ edito da Arte, Savona, 1998]
Lotta operaia a Savona nel primo dopoguerra, avvento del fascismo e leggi razziali
- Autore dell'articolo:Gianfranco Bozzano
- Articolo pubblicato:15 Gen 2025
- Categoria dell'articolo:ISC NEWS