1942: i Tedeschi avevano sempre meno fiducia nelle capacità di resistenza dell’Italia

“Il Deakin inizia la sua indagine molto alla lontana, prendendo le mosse prima ancora dell’inizio della guerra, per mettere in evidenza la precarietà della preparazione italiana e dell’alleanza con la Germania. La sua indagine si fa sempre più precisa e minuziosa a mano a mano che si avvicina a trattare gli antecedenti immediati del 25 luglio. La crisi sul fronte interno italiano, nei mesi invernali del 1942, iniziatasi colla malattia di Mussolini, era strettamente connessa col peggiorare della situazione sui fronti d’oltremare. La situazione interna era aggravata dal fatto che il governo aveva una struttura totalitaria e giacché il capo era indebolito dalla malattia, non vi era chi potesse assumersi la responsabilità del governo. Il crollo dell’Asse ed El Alamein fece avvertire alla popolazione italiana il pericolo incombente di un’invasione delle isole e della penisola. Il futuro del Regime e dell’Asse, come Hitler aveva predetto, dipendeva solo dalla sopravvivenza personale di Mussolini. D’altra parte, alla decadenza fisica di Mussolini si accompagnava il disfacimento del partito fascista. «La deliberata frantumazione della classe dirigente fascista, nota il Deakin, causò alla fine la sua auto-distruzione». Il Deakin insiste molto sulla parte avuta da Grandi, nel tentativo di eliminare Mussolini, senza sacrificare il fascismo. Nelle memorie e nei documenti dei contemporanei sono stati fatti numerosi riferimenti al «Circolo» di Grandi e a «Grandi e i suoi amici» per sottolineare l’esistenza di un gruppo politico clandestino. Tale idea è nello stesso tempo giusta ed esagerata; infatti solo con due uomini della sua stessa generazione politica, Grandi ebbe una particolare intimità e scambi d’idee: Federzoni e Bottai. Secondo quanto scrive Grandi, da questo gruppo fu concepito un programma d’azione che prevedeva l’estremo intervento della Corona, la riesumazione degli organi costituzionali di governo, l’instaurazione di un’amministrazione fascista «moderata», il ritorno del Re, come capo dello Stato, al supremo comando delle forze armate e un sondaggio per stabilire contatti con gli Alleati occidentali, per una pace separata. L’attuazione di questo piano, nota il Deakin, dipendeva esclusivamente dall’azione di Vittorio Emanuele III e, in mancanza di un cenno da parte sua, nessuna mossa poteva essere fatta. Sebbene vent’anni di regime fascista avessero progressivamente spogliato il Re delle sue prerogative, il prestigio della corona sopravviveva. La sanzione ultima negli affari politici italiani, come nel 1922, spettava all’intervento costituzionale del Re. (…) Presentandosi il problema della successione, ogni nuovo governo avrebbe avuto bisogno del prestigio di una vecchia figura di soldato, per assicurarsi l’appoggio dell’esercito e per conquistarsi l’appoggio morale e la fiducia delle masse. I più probabili candidati erano Badoglio e Caviglia. Intanto le vicende belliche prendevano una piega sempre più disastrosa e i Tedeschi avevano sempre meno fiducia nelle capacità di resistenza dell’Italia. Infatti il 12 dicembre 1942, in un incontro con i suoi consiglieri militari, Hitler, parlando della avversa fortuna di Rommel nell’Africa settentrionale, aveva detto: «Non avremo successo con gli Italiani in nessun luogo, perciò se lassù sfondano sarà una catastrofe». In Simoni, ‘Berlino Ambasciata d’Italia’, leggiamo: «I tedeschi vogliono studiare la nostra capacità di resistenza». Infatti, la Conferenza di Berlino del dicembre 1943 con Ciano era stata convocata, per esaminare quanto fosse fondato il timore di Hitler, per ciò che riguardava il comportamento che avrebbero tenuto gli italiani. Mussolini, come risulta dagli appunti di Schmidt, era convinto che gli inglesi e gli americani nel ’43 avrebbero compiuto operazioni nel Nord Africa, nell’Europa Sud-Orientale e nell’Europa Occidentale, aveva affidato pertanto a Ciano il compito di proporre a Hitler di evitare la guerra su due fronti, mediante un accordo con la Russia” (pag 426-427) [Giovanna Abbolito, ‘Letteratura sul fascismo’. (A proposito di ‘Storia della Repubblica di Salò’ di F.W. Deakin). (Rassegne), Nuova Antologia, Roma, n. 2083, 1974]