I più crudeli e sordidi episodi della collaborazione dei petainisti con l’occupante nazista

“«Bisogna usare in questo campo la massima circospezione. Bisogna evitare comunque di arrecare danno agli interessi privati e di risvegliare gli odi nell’opinione pubblica». Il 10 febbraio 1972 il guardasigilli di allora, René Pleven, rifiutò a uno studioso (1), l’autorizzazione a consultare alcuni dossier concernenti il modo di procedere della magistratura francese sotto l’occupazione tedesca. Si trattava del caso della «Sezione speciale» che mandò alla ghigliottina il 28 agosto 1941 un cappellaio, un elettricista e un operaio montatore di caldaie da riscaldamento. Qualche mese prima costoro erano stati condannati dal tribunale civile a pene relativamente leggere: cinque anni di prigione al cappellaio, accusato di avere raccolto denaro in favore di un’associazione ebraica di mutua assistenza; cinque mesi all’elettricista per propaganda comunista; due anni all’operaio colpevole di detenzione e diffusione di volantini inneggianti alla Terza Internazionale. Giorni terribili: il 19 agosto la polizia francese effettua una retata nell’undicesimo, diciottesimo e ventesimo ‘arrondissement’ di Parigi, 2895 ebrei vengono arrestati e internati a Drancy, anticamera dei campi di sterminio. Il 20 agosto nel Bois de Verrière i tedeschi fucilano Samuel Tiszelman, 20 anni, e Henri Gautherot, 21 anni, arrestati nel boulevard Saint Martin durante una manifestazione patriottica. Il 21 agosto un ufficiale tedesco viene ucciso nel metro Barbés dal futuro colonnello Fabien. I nazisti vogliono delle teste: il governo di Vichy opera prima e meglio di quanto i tedeschi potessero desiderare. Applicando con effetto retroattivo una legge promulgata in tutta fretta, cinque magistrati francesi, costituitisi in sezione speciale della Corte d’appello di Parigi, scelgono freneticamente in mezzo ai dossier a loro disposizione; decidono quali saranno le vittime il 27 agosto 1941 ordinano l’assassinio legale dei tre prigionieri: un ebreo e due comunisti. Il 28 agosto alle 6.30 di mattina venivano ghigliottinati André Bréchet, Abraham Trzebrucki ed Emile Bastard la cui tragedia non avrebbe avuto rapporti diretti col processo Barbie se l’avvertimento del ministro di grazia e giustizia nel 1972 non fosse stato così carico di significato sia per i magistrati e gli avvocati sia per gli storici e i giornalisti” (pag 83-84) [Jacques De Bonis, ‘Barbie: un processo senza classi’, Il Ponte, Vallecchi editore, n. 4-5, luglio-ottobre 1987] [(1) H. Villeré, ‘L’affaire de la section spéciale’, Paris, Fayard, 1973]