“For all his undoubted tactical brilliance, Rommel failed to understand what Wavell knew: that modern warfare is a matter of administration, and that unlike tactics – certainly in the desert – administration is the art of the possible (57). Thus Alamein, like Stalingrad and the Marne, Would become, in the words of the American Brigadier-General S.L.A. Marshall, a ‘monument of the supreme folly of over-extension’ (58). Rommel’s administrative weakness, coupled with a failure to husband his armour for a concerted blow, meant that he was never able to threaten Montgomery’s precious ‘balance’, although the only Eighth Army manoeuvre that really made him dance was the series of blows struck by the Australians against 164th Division towards the coast (59). But such criticisms are the matter of the military professional, and not strictly relevant to the wider importance of the victory. Certainly they were not relevant to the people of Britain, for whom Alamein was the first ‘permanent’ victory Churchill, with his unrivalled ability to coin a phrase, in a speech at the Mansion House on 10 November said “Now this is not the end, it is not even the beginning of the end. But it is perhaps the and of the beginning (60)” (pag 318-319). Jon Latimer per molti anni ha servito nella ‘Territorial Army’ e ha pubblicato molti articoli sui giornali militari. È pure autore di ‘Operation Compass 1940’, ‘Tobruk 1941’ e recentemente ‘Deception in War’. Vive nel Galles (2002). [Jon Latimer, Alamein, John Murray, London, 2002] [(57) Wavell, ‘The Good Soldier’, pp. 10-11; (58) Lucas-Phillips, Alamein, p. 35; (5) Tuker, ‘Approach to Battle’, pp. 242-4, 256-7; (60) Churchill, ‘The Second War’, vol. IV, p. 487]
‘”Nonostante tutta la sua indubbia abilità tattica, Rommel non riuscì a capire ciò che Wavell sapeva: che la guerra moderna è una questione di amministrazione, e che a differenza della tattica – certamente nel deserto – l’amministrazione è l’arte del possibile (57). Così Alamein, come Stalingrado e la Marna diventerebbero, secondo le parole del generale di brigata americano S.L.A. Marshall, un “monumento della suprema follia della sovra-estensione” (58). La debolezza amministrativa di Rommel, unita all’incapacità di combinare la sua armata per un colpo concertato, fece sì che non riuscì mai a mettere in pericolo il prezioso “equilibrio” di Montgomery, anche se l’unica manovra dell’Ottava Armata che lo fece davvero ballare fu la serie di colpi sferrati dagli australiani contro la 164a Divisione verso la costa (59). Le critiche sono materia dei professionisti militari e non sono strettamente rilevanti per l’importanza più ampia della vittoria. Certamente non erano rilevanti per il popolo britannico, per il quale Alamein fu la prima vittoria “permanente” di Churchill, con la sua impareggiabile capacità di coniare un frase, in un discorso alla Mansion House il 10 novembre disse: “Ora questa non è la fine, non è nemmeno l’inizio della fine. Ma è forse la fine dell’inizio (60)’