Eden, Churchill e l’incertezza britannica sulla campagna di Grecia

CERVI Mario Storia della guerra di Grecia. SUGAR EDITORE. MILANO. 1965 pag 515 8° cartine, premessa, foto, note, appendice documenti, bibliografia, indice nomi . [“Il ragionamento dei greci era, più che semplice, semplicistico: noi abbiamo tenuto a bada l’Italia, tocca agli inglesi il compito di metterci in grado di affrontare la Germania. Veniva così scaricata sugli inglesi una responsabilità gravosa. E gli inglesi, a loro volta, si trovavano di fronte ad un dilemma drammatico: dovevano abbandonare la Grecia al suo destino, e impegnare ogni sforzo nella prosecuzione dell’offensiva africana, da Bengasi verso Tripoli (in Africa sbarcava intanto il corpo di spedizione di Rommel) o dovevano invece sforzarsi di parare la minaccia tedesca sui Balcani? Era più importante Atene o era più importante Tripoli? Churchill, con una delle sue caratteristiche decisioni che infrangevano la «prassi» burocratica e la «routine» protocollare, inviò nel Medio Oriente, nella seconda metà di febbraio, il ministro degli esteri Anthony Eden, accreditato della più ampia libertà di apprezzamento e anche di decisione. Eden doveva ascoltare e riferire: ma il modo in cui egli avrebbe riferito al primo ministro sarebbe stato evidentemente risolutivo per le conclusioni del gabinetto di guerra. Per viatico di Eden aveva avuto queste parole: «Non consideratevi costretto a una campagna di Grecia se in cuor vostro sentite che sarà un altro fiasco norvegese. Se non può essere messo a punto un piano soddisfacente, ditelo»” (pag 314-315)] [ISC Newsletter N° 97] ISCNS97TEC [Visit the ‘News’ of the website: www.isc-studyofcapitalism.org]

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