“Di fronte alla ‘Grande Depressione’ la reazione difensiva del capitalismo francese, culminata con la svolta protezionista del capitalismo francese del 1887, assunse quindi una connotazione quasi schizofrenica (282): i migranti da un lato vennero utilizzati in funzione addirittura sostitutiva degli ‘ouvriers’ francesi (283), viste le loro minori pretese salariali (che, secondo Marcel Roncayolo (284), consentirono agli imprenditori d’Oltralpe di evitare gli investimenti necessari alla modernizzazione degli impianti (285); dall’altro furono oggetto di una chiusura sociale diffusa dall’esterno (286) attraverso il “patriottismo” e lo sciovinismo che la stampa nazionale e locale veicolavano con sempre maggiore insistenza e che arrivarono a lambire anche le strutture proletarie locali: nella Francia di fine Ottocento l’economicismo operaista, infatti, sfocia sovente nell’anarchismo ravacholista (287) e il solidarismo sovranazionale diventa un “internazionalismo di campanile” che confina e talvolta tracima nella xenofobia: «ieri erano i produttori, oggi sono gli operai che domandano di essere protetti, e i governi cedono, e intanto si mantiene più vivo che mai quello che Goethe chiamava l’egoismo di patria» concluderà sconsolatamente Pietro Sitta la sua lucida analisi sull’atteggiamento di molta parte del proletariato francese nei confronti degli immigrati» (288). La somma di questi motivi fa sì che i ‘chinois de l’Europe’ (289) inizino ad essere guardati con malcelata diffidenza dalle comunità locali: alle paure legate alla crisi – agitate in senso nazionalista da una parte dei partiti conservatori (290) – si aggiungono gli attriti determinati da questioni politiche quali la questione tunisina e i timori transalpini per l’alleanza italiana con gli Imperi Centrali (291). Nel penultimo decennio del XIX secolo, e nonostante i primi successi nell’azione comune sindacale in alcune città transalpine, tra le quali Marsiglia (292), la psicosi dell’invasione comincia quindi a farsi strada nella mentalità collettiva e l’ideologia protezionista inizia a impregnare di sé la società francese inducendo un risentimento xenofobo verso i ‘christos’ (293)” (pag 69-70) [Massimo Macciò, ‘Vetro carbone e sale. Vita e morte del “giornaliere” Lorenzo Rolando da Altare al massacro di Aigues-Mortes’, Amanzon Italia, Torino, 2023] [(…) (287) Morte agli Italiani! Il massacro di Aigues-Mortes, 1893′, di Enzo Barnabà, Infinito edizioni,, Formigine, 2008, p. 64; (288) Pietro Sitta, ‘L’emigrazione degli italiani in Francia, 26 agosto 1893; (…)]