“La critica di Bodin si estende poi subito ad un altro argomento di fondamentale importanza per la sua posizione: la confutazione della teoria aristotelica del tempo (definito «numero del moto del primo mobile, secondo prima e poi») che sembra far dipendere dal moto la sua stessa esistenza. Si tratta di un concetto già criticato prima dal Plotino e, poi da Giovanfrancesco Pico (63), che hanno preferito definire il tempo come «la durata delle cose che cadono sotto i sensi», senza comprendere che, se si toglie il moto, nessuna cosa può cadere sotto i sensi. Perciò la confutazione dovrà seguire un’altra via, negando, per prima cosa, che il tempo scompaia con l’esaurirsi del moto, e riconoscendo come assai più probabile che il tempo sia, al contrario, la «misura del moto». Il Bodin ritiene, del resto, assurdo calcolare i tempi sul moto del «primo mobile», piuttosto che su quelli del Sole e della Luna; ma, in ultima analisi, riconosce di non poter fornire una «definizione» logica rigorosa del tempo e preferisce semplicemente «descriverlo» come «la parte definita dell’eternità infinita». Comunque, contro le «argutiae» dei «sofisti» che tentano, in qualche modo, di applicare a Dio stesso ed alla sua creazione la nozione di «tempo», torna a ripetere che nell’eterno non esiste un prima e un poi, bensì un «tutto» che è «in atto in sé», senza inizio, fine o mutamento (64)” (pag 190-191) [(63) ‘Theatrum’, cit., p. 87. Bodin semplifica molto la posizione di Giovanfrancesco Pico, fondata sostanzialmente sull’ ‘Or Adonai’ di Hasdai Crescas (…); (64) Ivi, pp. 87-88] [Cesare Vasoli, a cura di Enzo Baldini, ‘Armonia e giustizia. Studi sulle idee filosofiche di Jean Bodin’, Leo S. Olschki, Firenze, 2008]
La teoria del ‘tempo’ da Aristotele a Bodin
- Autore dell'articolo:Gianfranco Bozzano
- Articolo pubblicato:8 Nov 2024
- Categoria dell'articolo:ISC NEWS