‘Mai fu discussa fra Hitler e Mussolini una comune, globale strategia politico-militare…’

“Le relazioni italo-tedesche, anche quando l’idillio sembrava più intimo, non furono cordiali. L’amicizia, personale, indiscutibile, fra i due dittatori coprì molte manchevolezze, soffocò disaccordi, consentì compromessi, ma di frequente a danno dell’Italia. Sta di fatto che il III Reich agì sempre con assoluta indipendenza dall’interesse dell’alleato, spesso ignorandolo ed è noto che Mussolini diede sovente in escandescenze (ma solo con i suoi intimi) per stato informato, dal fedele consocio, di grandi e gravi avvenimenti, quando già erano accaduti o nell’imminenza del loro verificarsi. Egli aveva ritenuto che l’Italia sarebbe stata pronta non prima del 1942, quando fossero state rinnovate tutte le artiglierie, entrate in squadra le otto navi da battaglia, raddoppiati i sommergibili, pacificato l’impero, dal quale contava di poter trarre un’armata nera e, il 30 maggio 1939, aveva inviato il generale Cavallero da Hitler, con un messaggio personale, per avvertirlo che «solo dal 1943 in poi uno sforzo bellico avrebbe potuto avere le più grandi prospettive di vittoria». Ma il grande amico non tenne alcun conto dell’avvertimento. Di notevole interesse i riferimenti all’azione contraria alla partecipazione dell’Italia alla guerra svolta da Bottai e specialmente da Grandi e, per quest’ultimo sono notevoli i riconoscimenti inglesi, sicché non appare priva di senso – come da qualcuna è stata voluta definire – l’intenzione del Re di includerlo fra i ministri dell’Italia del Sud. E ciò a prescindere dall’opera svolta da Grandi nel Gran Consiglio del luglio ’43. Mussolini disconobbe, ignorò il parere dei collaboratori, Che pur largamente avevano lavorato per l’affermazione del fascismo, e ritenne di potersi fidare dell’amicizia del Führer e della sua capacità di uomo di stato. Ma la Germania condusse le trattative con Mosca al di fuori di ogni intesa con Roma e senza tenere alcun conto degli orientamenti italiani, e le operazioni preventive, che erano prescritte dal cosiddetto patto d’acciaio. Del resto, mai fu discussa fra Hitler e Mussolini una comune, globale strategia politico-militare, né si può parlare della condotta di una «guerra parallela», un mito presto svanito, ché ognuno dei due alleati perseguiva i suoi scopi e Hitler, di mentalità strettamente continentale, mai comprese la determinante importanza del bacino mediterraneo” (pag 412-413) [Luigi Mondini, ‘Storia della Repubblica di Salò (by Frederick W. Deakin, Einaudi, Torino, 1964, titolo originale, ‘The brutal Friendship’), Nuova Antologia, Roma, n. 1959, marzo 1964]