Il richiamo di W. Bagehot al linguaggio economico-finanziario per esemplificare i caratteri e il funzionamento delle istituzioni politiche inglesi

“L’enfasi che Bagehot pone sui sistemi di correlazione, di interdipendenza tra gruppi e individui mossi da logiche e motivazioni apparentemente conflittuali – che, come vedremo, è anche un portato delle sue convinzioni darwiniste – lo porta ad utilizzare, per l’ordinamento politico, esempi e metafore tratti direttamente dal mondo economico. Il gabinetto, ad esempio, è paragonabile a una commissione di controllo, a un consiglio di amministrazione formato dai legislatori e composto dagli individui che riscuotono maggiore consenso sociale (26). Dal parallelo costante con l’economia, risulta una concezione riduttiva dell’agire politico, e in particolare delle funzioni governative, che sembrano in fondo tradursi integralmente nell’amministrazione. Il corpo legislativo, non casualmente selezionato da coloro che hanno un interesse da difendere e da rappresentare attraverso gli organi statali, assomiglia molto ad una assemblea di azionisti che ha il diritto di scegliere chi debba amministrare i capitali. Partendo da questo punto di vista, si comprende più chiaramente l’idea bagehotiana di una fusione dell’esecutivo con il legislativo, dal momento che tutto è in fondo riconducibile a una semplice delega di gestione degli interessi costituiti. È così cancellato in un solo tratto, ogni ricorso alla teoria costituzionalista come luogo di ricerca delle condizioni di buon governo o delle garanzie di libertà e di equità sociale (27)” (pag 57-58) [Manuela Valenti, ‘Walter Bagehot e il governo delle passioni. Profilo di un vittoriano’, Franco Angeli, Milano, 1993] [(26) E.C. (W. Bagehot, ‘The English Constitution’, in ‘Works’, cit., vol V) p. 212; (27) Il richiamo di Bagehot al linguaggio economico-finanziario per esemplificare i caratteri e il funzionamento delle istituzioni politiche inglesi ci ricorda un articolo che Marx pubblica nel 1855 sulla “Neue Oder Zeitung”, a proposito della Costituzione britannica. Che cosa è – si chiede Marx – questa istituzione? «La sua essenza consiste forse nel sistema rappresentativo e nella restrizione del potere esecutivo? Queste caratteristiche non la distinguono né dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America né da quella delle innumerevoli ‘società per azioni’ inglesi che sanno il loro mestiere» (Il corsivo è mio). Cfr. K. Marx-F. Engels, ‘Opere complete’, Roma, Editori Riuniti, vol. XIV, 1979, pp, 52-55]