“Nonostante le continue ostilità in cui i vari regni della Spagna furono impegnati per diversi secoli e i fatti successivi, tendenti visibilmente a unificare questa parte del continente in una grande monarchia, i sovrani europei non fecero quasi nessun passo da cui potesse dedursi che essi dedicavano a quell’importante avvenimento l’attenzione che meritava; e permisero a quella potenza di sorgere quasi inavvertitamente e di acquistare una forza che divenne tosto temibile per tutti i suoi vicini. Fra le violente convulsioni da cui fu agitato l’Impero a causa dello spirito di dominazione della Santa Sede e della turbolenta ambizione dei nobili tedeschi, né l’autorità dei papi, secondata da tutti i loro artifici e intrighi, né le sollecitazioni degli imperatori riuscirono a indurre nessuno dei potentati europei a intervenire nella contesa o a giovarsi di molte opportunità favorevoli per interporsi con efficacia e con profitto. Questa stupefacente inattività durante avvenimenti di tanto interesse non va imputata all’incapacità di scorgerne le conseguenze politiche. La facoltà di giudicare oculatamente e di agire con energia è patrimonio degli uomini di ogni epoca. I sovrani che regnarono nei diversi stati d’Europa durante parecchi secoli non erano ciechi al loro interesse particolare, né incuranti della sicurezza pubblica, né ignoravano il modo di garantirli entrambi. Se non adottarono quel salutare sistema che insegna ai politici d’oggi di mettersi in guardia all’annuncio di pericoli lontani, li stimola a opporsi alle prime usurpazioni di qualunque potenza temibile e costituisce ciascun Stato in certa misura custode dei diritti e dell’indipendenza di tutti i suoi vicini, ciò fu dovuto esclusivamente alle imperfezioni e ai disordini, esistenti nell’ordinamento politico interno di ogni paese e tali da mettere i sovrani nell’impossibilità di agire conformemente ai criteri che la situazione degli affari e il proprio spirito di osservazione avrebbero loro suggerito” (pag 66-67) [William Robertson, ‘I progressi della società europea. Dalla caduta dell’Impero Romano agli inizi del secolo XVI’, Einaudi, Torino, 1951]