Il viaggio di Matteotti nelle nuove province italiane del Trentino e del Tirolo: il diritto all’autodeterminazione

‘Finita la prima guerra mondiale, annesso con la violenza il popolo sudtirolese all’Italia il movimento operaio italiano difese il diritto all’autodeterminazione delle minoranze. Lo disse chiaramente Filippo Turati alla Camera dei Deputati il 16 luglio 1919 con il suo intervento dove “rinfacciava l’atteggiamento dello Stato nei confronti dei popoli che ora si annettono”, per poi leggere un appello dei Comuni del Tirolo che chiedevano inascoltati di decidere del proprio destino. Discorso accolto da applausi dei colleghi socialisti e da “urli da parte dei patriottoni di destra”. Dopo alcuni mesi di confronto politico, la rivendicazione dei diritti delle popolazioni di lingua tedesca trovò un difensore nell’allievo prediletto di Turati, Giacomo Matteotti. Il viaggio di Matteotti nelle nuove province italiane del Trentino e del Tirolo ebbe notevole importanza. Ciò si coglie grazie ai documenti inediti pubblicati dallo storico Günther Rauch nel libro “Storia sommersa” (Athesia edizioni), dedicato alle vicende che hanno caratterizzato la tragica disgregazione del movimento operaio nel Tirolo meridionale dopo la grande guerra e al durissimo confronto fra centralisti – poi diventati fascisti – e popolazione locale che voleva decidere del proprio destino, proprio con l’appoggio di Matteotti. Socialista Unitario, durante le feste di Pentecoste del 1920 soggiornò a Bolzano con la moglie Vera e il figlio Giancarlo, e partecipò alla storica riunione dell’esecutivo socialdemocratico tirolese dove “con la consueta passione e l’indubbio realismo” pronunciò parole nette a favore della minoranza, giungendo a dichiarare che “se noi (socialisti) avessimo il potere in Italia, non vi terremmo in ostaggio neanche per un’ora, e vi daremmo via libera ad unirvi con la vostra grande nazione tedesca, con la quale non vogliamo vivere in inimicizia, ma come fratelli”. Questa battaglia che condusse al fianco di Turati anche in parlamento. Grati e riconoscenti, nel 1924, dopo il suo assassinio, a Innsbruck i militanti del Tiroler Schutzbund diedero il nome di “Battaglione Matteotti” alla propria organizzazione paramilitare di difesa. [R. Gremmo, ‘Matteotti separatista’, Storia Ribelle, Biella, n. 63, autunno 2024]