“Kesserling, nel suo libro ‘Soldat bis zum letzten Tag’, ammette che quando la guerriglia partigiana cominciò ad essere mordente ed efficace, cambiò necessariamente anche l’approccio tedesco verso questo fenomeno nuovo della campagna italiana. In pratica questo mutamento di giudizio nei confronti dei partigiani comportò anche un necessario cambiamento nei metodi di repressione. Non solo venne impiegato l’esercito ma non di rado si ritenne opportuno utilizzare i migliori reparti o allestire nuove unità addette appositamente alla lotta antiguerriglia. Tutto questo lo si può ricavare soprattutto da alcuni documenti del Bundesarchiv-Militärarchiv di Freiburg che si riferiscono ai rastrellamenti tedeschi nelle province di Firenze e Arezzo (1)” (pag 149) [(1) Secondo le stime del nemico il rastrellamento avrebbe provocato 289 “morti del nemico”]
“Il rapporto tedesco torna utile anche per altre informazioni: per esempio conferma la presenza di reparti italiani accanto all’esercito tedesco. La prova è costituita dall’esistenza di perdite italiane: per l’esattezza un ufficiale e tre soldati oltre a due feriti tra i dieci complessivi. L’esistenza di scontri con i partigiani o comunque la cattura di basi logistiche nemiche sono date, invece, dal lungo elenco del bottino di guerra (…). Ma al di là dei numeri, restano le stragi. Cercina e Vallucciole, due esempi dell’inutile terrore seminato dai tedeschi in due province toscane; due conferme dell’impotenza delle stragi contro un movimento di popolo come era quello partigiano. Di lì a poco più di due mesi, la divisione «Arno» sarebbe scesa dai monti per liberare Firenze” (pag 150)
[Tra i volumi di memorialistica italiana presi in esame ci sono i testi di Antonio Curina ‘Fuochi sui monti dell’Appennino toscano’, Arezzo 1957; Raffaello Sacconi, ‘Partigiani in Casentino e Val di Chiana’, Firenze, La Nuova Italia, 1975; Luciano Casella, ‘La Toscana nella guerra di Liberazione’, La Nuova Italia editrice, 1972].
[Paolo Paoletti, ‘I rastrellamenti dell’aprile 1944 alla luce dei rapporti tedeschi. (Documenti)’, Il Ponte, Firenze, n. 3, maggio-giugno 1986 (pag 147-150)]