Giovani e giovanissimi, italiani e stranieri, nella Resistenza: il caso della brigata ‘Oreste’

“Iniziamo la nostra rassegna illustrando preliminarmente i principali nomi delle formazioni considerate. Il nome della Divisione si compone di un toponimo (‘Cichero’, località dell’appennino Ligure nel retroterra di Chiavari, ove si costituì nel gennaio 1944, il primo nucleo di “ribelli” attorno al comandante ‘Bisagno’, Aldo Gastaldi) e di un nome personale, ‘Pinan’, nome di battaglia di Salvarezza Giuseppe, comandante del distaccamento Verardo (poi del Franchi), caduto il 15.12.1944 nei pressi di Rovello (Rocchetta Ligure). (…)” (pag 102)

“La brigata Oreste comprende un organico di circa 370 effettivi, smobilitati con la qualifica di “partigiani” (militanti in formazione per almeno tre mesi, oppure feriti o incarcerati) e di “patrioti” (militanti per un periodo inferiore a tre mesi, o sostenitori) distribuiti in sei distaccamenti oltre al Comando e all’intendenza ad un certo numero di reclute entrate in formazione negli ultimi mesi o settimane. Il quadro complessivo fornisce molti dati interessanti per esempio riguardo all’età dei partigiani: appare macroscopica la prevalenza dei “giovani”, dal momento che 254, (69%) sono gli appartenenti alle classi dal 1920 al ’26, soggette ai bandi di reclutamento della RSI e 29 (7.8%) i “giovanissimi” delle classi successive. In tal modo, i giovani delle generazioni posteriori al 1920 assommano a 283 (76.9%), contro gli 85 (23%) delle classi “anziane”, precedenti il 1920″ (pag 103)

“Notevole senza dubbio, la presenza di partigiani stranieri nelle file della brigata “Oreste”: in primissimo piano i sovietici (una trentina), quasi sempre disertori fuggiti dai campi di prigionia nazistie battezzati con il loro stesso nome (Affannassi, Fiodor, Alisci, Boris, Gregori, Ivan, Mikailov ecc.) o con nomi fittizi (Filippo, Luca, Cotuso, Pajarschi ecc.). Seguono, in ordine di presenze, 3 tedeschi (Afredo, Rudy e Strapazzo), 2 polacchi (Augusto e Josef), 2 austriaci (Franz e Vienna), 1 inglese (Jack), 1 francese (Parigi) e 1 sudafricano (Denis)” (pag 105)

“Iniziamo la nostra rassegna illustrando preliminarmente i principali nomi delle formazioni considerate. Il nome della Divisione si compone di un toponimo (‘Cichero’, località dell’appennino Ligure nel retroterra di Chiavari, ove si costituì nel gennaio 1944, il primo nucleo di “ribelli” attorno al comandante ‘Bisagno’, Aldo Gastaldi) e di un nome personale, ‘Pinan’, nome di battaglia di Salvarezza Giuseppe, comandante del distaccamento Verardo (poi del Franchi), caduto il 15.12.1944 nei pressi di Rovello (Rocchetta Ligure). (…)” (pag 102)

“La brigata Oreste comprende un organico di circa 370 effettivi, smobilitati con la qualifica di “partigiani” (militanti in formazione per almeno tre mesi, oppure feriti o incarcerati) e di “patrioti” (militanti per un periodo inferiore a tre mesi, o sostenitori) distribuiti in sei distaccamenti oltre al Comando e all’intendenza ad un certo numero di reclute entrate in formazione negli ultimi mesi o settimane. Il quadro complessivo fornisce molti dati interessanti per esempio riguardo all’età dei partigiani: appare macroscopica la prevalenza dei “giovani”, dal momento che 254, (69%) sono gli appartenenti alle classi dal 1920 al ’26, soggette ai bandi di reclutamento della RSI e 29 (7.8%) i “giovanissimi” delle classi successive. In tal modo, i giovani delle generazioni posteriori al 1920 assommano a 283 (76.9%), contro gli 85 (23%) delle classi “anziane”, precedenti il 1920″ (pag 103)

“Notevole senza dubbio, la presenza di partigiani stranieri nelle file della brigata “Oreste”: in primissimo piano i sovietici (una trentina), quasi sempre disertori fuggiti dai campi di prigionia nazisti e battezzati con il loro stesso nome (Affannassi, Fiodor, Alisci, Boris, Gregori, Ivan, Mikailov ecc.) o con nomi fittizi (Filippo, Luca, Cotuso, Pajarschi ecc.). Seguono, in ordine di presenze, 3 tedeschi (Afredo, Rudy e Strapazzo), 2 polacchi (Augusto e Josef), 2 austriaci (Franz e Vienna), 1 inglese (Jack), 1 francese (Parigi) e 1 sudafricano (Denis)” (pag 105)

“I dati relativi a luogo di nascita e di residenza, nonché la data di ingresso in formazione, riescono talvolta a far emergere interessanti e spesso imprevedibili strategie individuali, reticoli amicali, dinamiche e azioni di gruppo, che stanno a monte della scelta partigiana e che sarà opportuno indagare ed evidenziare attingendo alle fonti orali. Com’è già stato rilevato da Borioli e Botta (13), analizzando i nominativi dei partigiani residenti nelle provincie di Alessandria, Genova e Pavia (le tre aree territoriali che danno più uomini alla “Pinan-Cichero”), si evidenzia una presenza molto elevato (quasi il 12% del totale dei partigiani residenti nelle tre provincie) di fratelli che compiono, insieme o con percorsi autonomi, la medesima scelta partigiana: è un dato che conferma l’incidenza di quell'”antifascismo delle mura domestiche” cui si è già accennato. (…) Oltre ad altri gradi di parentela che pare di scorgere in base ai cognomi (e che si tratterà di appurare in base alle interviste), è interessante vedere come amici e compaesani cerchino di stare insieme, arruolandosi nello stesso giorno: basti segnare, in proposito i sei ragazzi di Savignone (Ge), operai e studenti che entrano nel “Fanny”, quasi tutti il 1° ottobre del 1944 e i quattro operai di Busalla (…)” (pag 105-106) [(13) D. Borioli R. Botta, Una fonte per la storia della resistenza: i ruolini partigiani della “Pinan-Cichero”, cit., 1987] [Franco Castelli, ‘Dai ruolini della “Pinan-Cichero”: i nomi di battaglia della brigata “Oreste” (note e tabelle). (Fonti archivi e documenti)’, Quaderno di Storia Contemporanea, Alessandria, n. 1, 1987]