La Rai alla mercé dei partiti all’epoca della ‘Prima repubblica’

“Fin dal maggio 1964, Indro Montanelli, in due interventi sul «Corriere della Sera», aveva sostenuto che l’informazione Rai praticava «una politica di simpatie, ma anche una politica di complicità» verso la sinistra. E citava «un documentario sul Congo» che «terminava con una requisitoria contro Ciombé e con un inno a Lumumba», prendendolo ad esempio di «un sabotaggio che ricorre alle malizie più sottili e impalpabili», come «il gioco delle luci e delle ombre». Ne discende, esemplificava ancora Montanelli, che «quando è di scena Togliatti vien fuori – non si sa come – un imperatore romano. Quando è di scena Scelba vien fuori un questurino». Conclusione di Montanelli: «la Rai-tv è rimasta alla mercé dei partiti che se la contendono e se la contrattano a metri quadrati come un’area fabbricabile» (152): secondo lui, il Pci è della partita. La denunzia, quanto meno prematura, suscitò precoci inquietudini e venne ripresa da altri organi di stampa. Sull’ «Espresso», Eugenio Scalfari manifestò tutto il suo stupore: «Credevamo» che alla Rai-tv «fossero i democristiani ma Indro Montanelli ha spiegato che ci eravamo sbagliati». Lì imperano i comunisti (153). (pag 161) [Nello Ajello, ‘Il lungo addio. Intellettuali e PCI dal 1958 al 1991’, Laterza, Bari, 1997] [(152) Indo Montanelli, ‘Il teleschermo avvelenato e Tv: monopolio di complicità’, in “Corriere della Sera”, 6 e 10 maggio 1964; (153) Eugenio Scalfari, ‘I comunisti della Rai-tv’, in “L’Espresso”, 17 maggio 1964]