Seconda guerra mondiale: Prunas chiede all’Urss il riconoscimento ufficiale del governo Badoglio.

“In due lunghi incontri l’8 e il 10 gennaio 1944 Prunas (1) chiese a Vishinsky che l’Unione sovietica riconoscesse formalmente il governo Badoglio (….). Con questa proposta Prunas e Badoglio miravano a sottrarsi alla condizione di governo fantoccio degli anglo-americani. Speravano infatti che la rottura dell’isolamento del regno del sud sul piano internazionale e una certa presenza sovietica in Italia avrebbero obbligato gli anglo-americani a rivedere la loro politica italiana, riconoscendo al governo Badoglio un ruolo di maggior rilievo. Temevano giustamente la reazione degli anglo-americani, che non avrebbero certo avuto piacere di vedersi scavalcati e costretti a rivedere la loro linea politica (e perciò chiedevano a Vishinsky di mantenere il segreto sulle trattative fino all’ultimo), ma evidentemente Prunas e Badoglio non vedevano altra possibilità di uscire da una situazione senza futuro. È presumibile che entrambi non si rendessero conto delle implicazioni di una apertura ai sovietici, sia sul piano dei rapporti con gli anglo-americani (probabilmente Badoglio non aveva afferrato la profondità dei contrasti che esistevano sotto la copertura della grande alleanza anglo-russo-americana), sia sul piano della politica interna (la svolta di Salerno avrebbe dimostrato l’estrema fragilità della posizione di Badoglio e del re, non appena si fosse sbloccata la situazione). Ed è sintomatico che in tutto l’arco del suo governo, Badoglio evitasse una simile apertura verso il governo provvisorio di De Gaulle, con il quale avrebbe potuto avviare una unità d’azione più solida che con l’Unione sovietica, a patto di saper denunciare pubblicamente le responsabilità italiane nella «pugnalata alla schiena» del giugno 1940 (una rottura col passato che non poteva non essere autocritica ed era quindi evitata con cura). Certo la versione delle trattative con i russi che Badoglio fornisce nel suo volume di memorie è così piena di reticenze e falsità da svelare tutto l’imbarazzo del maresciallo nell’affrontare retrospettivamente il problema. La decisione del governo sovietico, dopo i colloqui Prunas-Vishinsky, si fece attendere a lungo. Fu solo il 4 marzo che Bogomolov, nuovo rappresentante russo presso la Commissione consultiva, comunicò a Badoglio che l’Unione sovietica era disposta a riallacciare i normali rapporti diplomatici con l’Italia, anche se non a livello di ambasciatori (2). Subito Badoglio preparò una richiesta ufficiale in questo senso al governo sovietico ed il 14 marzo fu annunciata la ripresa delle relazioni diplomatiche tra l’Unione sovietica ed il regno del Sud. Pochi giorni prima, l’8 marzo, Prunas aveva finalmente messo al corrente gli anglo-americani della evoluzione della situazione, auspicando apertamente che l’accresciuta influenza russa nel Mediterraneo li spingesse ad una politica più aperta verso il governo Badoglio” (pag 843-844) [Piero Pieri Giorgio Rochat, ‘Pietro Badoglio’, Utet, Torino, 1974] [(1) Renato Prunas era segretario generale del ministro degli esteri di Badoglio, ma svolgeva le funzioni di ministro degli esteri nel governo di Brindisi; (2) Secondo una voce degli ambienti diplomatici italiani, abbastanza attendibile da essere riportata dal Toscano, Bogomolov si presentò così improvvisamente che sorprese Badoglio intento alla lettura di un libro giallo nel suo ufficio]