[Lettera trovata con altra, dopo la sua morte, nascosta nella sua gamba artificiale: “Cara Hilla, cari bambini, si affacciano tempi grandiosi. Una nuova era della storia sta per irrompere sull’Europa. La conseguenza della guerra, che porta a una nuova ripartizione del mondo, è il socialismo. La Germania vuole difendersi da una necessità storica. Più tardi, quando un tratto di questa via, penso, sarà stato percorso, dì ai nostri figli che il loro padre è stato giustiziato per questo. Da un sistema brutale che si oppone al progresso con tutte le sue forze. Da un sistema che non stimava la vita umana, ma solo le leggi del profitto. Quando i nostri figli saranno grandi e in grado di pensare da soli, capiranno che il mio sacrificio non è stato vano. Quando le bandiere del proletariato vittorioso sventoleranno sulla Germania, allora il passo verso il socialismo sarà una realtà. E il passo non è più lontano. I nostri figli potranno poi costruire un mondo quale il loro padre aveva immaginato nella lotta. E anche questa sarà una lotta dura, dalla dittatura del proletariato all’ordinamento socialista della società. E’ il più grande compito che mai si sia posto all’umanità. Che cos’è la vita di un uomo di fronte al raggiungimento di un fine così grandioso? Così mi avvio alla ghigliottina diritto e sereno. Il vostro padre”, [Rudolf Seiffert, Penitenziario di Brandeburgo, 15 gennaio 1945]; “Nella cella della morte. Giorno e note sono ammanettato, le mani l’una sull’altra, libere solo nell’ora dei pasti. Attraverso la finestra a un solo vetro soffia l’aria gelida dell’inverno. Il termosifone della cella funziona solo per qualche ora. Durante il giorno la temperatura è al massimo 10°. Il corpo si ribella al freddo con tutte le sue forze, ma inutilmente, manca calore interno, la fame rode gli intestini. Sempre fame, sempre freddo. Di notte, con una coperta sul pagliericcio, è peggio ancora. Ti arricci come un embrione, la coperta sulla testa, e cerchi di procurarti un po’ di calore con il tuo fiato. Quando al mattino ti alzi congelato e speri di poterti riscaldare con un po’ di caffè, generalmente di accorgi che è freddo. La crosta di pane secco basta giusto per la cavità del dente, cena e pranzo sono assolutamente insufficienti. La fame aumenta di giorno in giorno. Per i tuoi bisogni c’è un minuscolo vasetto. Questa è la civiltà nel Terzo Reich. Così un giorno dopo l’altro. Stai qui e aspetti, settimana dopo settimana, che vengano a prelevarti per ammazzarti. Non hai nessuna notizia se la tua domanda di grazia sia stata respinta, quando sarà l’esecuzione. Niente, niente. Tu aspetti e aspetti come il bestiame sul luogo del macello. Il macello degli uomini avviene così. Un giorno, in genere il lunedì, la porta della cella si apre, il tuo nome viene chiamato. L’impiegato domanda: «Avete fatto il vostro testamento?». E poco dopo non sei più vivo. Così, come pratiche d’ufficio, si trattano le vite umane. E’ questa forse civiltà? E così un lunedì dopo l’altro, una settimana dopo l’altra, un mese dopo l’altro, 25 pezzi ogni lunedì, sì, pezzi! Questo è il linguaggio ufficiale per designare le vite umane. Un lotto di duecento condannati a morte riempie qui il penitenziario di Brandeburgo. Un continuo arrivare e partire verso il nulla. Ma tutti, l’uno come l’altro, sono diritti e decisi e così vanno al patibolo perché sanno che il loro sacrificio non è stato vano. S’aprono i tempi nuovi. Cara Hilla, parecchi bravi compagni hanno lasciato la cella prima di me, così come ho detto. Compagni con i quali ci si era famigliarizzati, compagni con i quali si sarebbe potuto trasformare il mondo. Sì, cara Hilla, così anch’io attendo che venga chiamato il mio nome; diritto e deciso… State dunque tutti bene, voi che mi foste cari. Rudolf” [Rudolf Seiffert, Penitenziario di Brandeburgo, gennaio 1945] [‘Lettere di condannati a morte della Resistenza europea’, a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, Einaudi, Torino, 1956]
Cara Hilla, si aprono tempi nuovi …
- Autore dell'articolo:Gianfranco Bozzano
- Articolo pubblicato:30 Apr 2025
- Categoria dell'articolo:ISC NEWS