Aristotele: potere politico e comando militare

“Bisogna innanzitutto stabilire se la monarchia costituisca un solo genere o se si differenzi in generi diversi; ed è facile accorgersi che essa comprende più generi in ognuno dei quali il comando si esercita in modo diverso. Nella costituzione spartana il regno è più che in ogni altro luogo ispirato al rispetto delle leggi, sicché ad esso non spetta l’autorità assoluta, ma solo il comando supremo nella condotta della guerra, quando l’esercito è uscito in territorio straniero, e l’assoluto potere nelle pratiche di culto. Questo tipo di regno è, perciò, una specie di supremo comando militare il cui titolare non viene nominato da nessuno ed è di durata perpetua. Infatti i re non hanno diritto di vita e di morte, se non in qualche tipo particolare di regno, per esempio nelle età antiche quando si trattava di spedizioni militari dove valeva la legge della forza. Lo testimonia Omero: infatti Agamennone sopportava le ingiurie nell’assemblea, ma era padrone della vita dei suoi quando l’esercito usciva in battaglia. Dice il poeta:
«Per chi dalla mischia assente trovi
vano sarà l’esser sfuggito a cani ed avvoltoi
ché da me la morte avrà» (31)
Questo è l’unico tipo di regno che possa essere considerato un comando militare vitalizio che può essere assegnato in base alla nascita o in base ad un’elezione. Oltre a questa vi è un’altra specie di monarchia che è propria di molti popoli barbari. Essa ha un potere molto affine a quello delle tirannidi, sebbene sia leggitima e trasmessa per diritto ereditario. Infatti questi popoli barbari, essendo più servili dei Greci (ed i popoli asiatici sono più servili di quelli europei), sopportano senza difficoltà un potere dispotico esercitato su di loro. Per queste ragioni questi regni sono tirannici, sebbene siano sicuri in quanto sono fondati sulla legge e sulla trasmissione ereditaria. (…) Questi sono due tipi di monarchia, ma ce n’è ancora un terzo che vigeva presso gli antichi Greci, praticato da quei sovrani chiamati ‘esimneti’. Si tratta, per così dire, di una tirannide elettiva che differisce da quella che in vigore presso i barbari non perché non sia legale, ma perché non è fondata sul diritto ereditario. (…) Questa sovranità ha un duplice carattere: è tirannica in quanto viene esercitata dispoticamente ed è regia in quanto è di carattere elettivo ed è esercitata con il consenso dei sudditi. Un quarto tipo di monarchia è quella che sorse nei tempi eroici e che, secondo la legge era, ereditaria e basata sul consenso dei sudditi. I primi re furono in genere i primi benefattori del popolo che trasse giovamento dalle loro arti o dalla loro perizia di condottieri in guerra o che, ancora fu da essi raccolto in comunità politica e per mezzo di essi poté procurarsi il territorio; per questo essi diventarono re con il consenso del popolo e poterono trasmettere il loro potere ai discendenti. (…) Queste dunque sono le quattro specie di regno. 1. quello dei tempi eroici (fondato sul consenso e dotato di poteri ben definiti: il comando militare, il potere giudiziario e l’autorità religiosa); 2. quello barbarico (che è legale, dispotico ed ereditario); 3. quello che si chiama ‘esimnetia’ (che è una tirannide elettiva); 4. il tipo spartano di regno (che, in parole semplici, è il comando militare ereditario e vitalizio). Queste quattro specie di regno differiscono tra loro per le caratteristiche che abbiamo messo in luce; 5. il tipo che si ha quando una sola persona è signora di tutto; in questo cso essa ha un’autorità simile a quella che un popolo o una città, a regime familiare, ha sopra gli interessi comuni. Come, infatti, l’economia è una specie di regno della casa, così il regno esercitato su di una città o su di un popolo è l’economia esercitata su di una città o su più città” (pag 161-163) [Aristotele, ‘Politica e Costituzione di Atene’, a cura di Augusto Viano, Utet, Torino, 1955] [(31) La citazione pare tratta da ‘Iliade’, II 301, segg., ma non è esatta e pare contaminata con una reminiscenza imprecisa del passo XV, 348 sgg.]