La violenta campagna del giornale viennese ‘Reichpost’ dopo l’attentato di Sarajevo

“In questa atmosfera gli incidenti non potevano non susseguirsi ed infatti in quella stessa giornata lo Storck trovava motivo per sollevarne un altro. Egli fece telegrafare dal corrispondente della ‘Reichpost’ che il Ministro di Russia non aveva messo la bandiera a mezz’asta, come le altre Legazioni, durante i funerali dell’Arciduca, non solo, ma che la sera lo stesso Ministro aveva dato un ricevimento nelle sale della Legazione. Così la ‘Reichpost’, organo degli ambienti prossimi al defunto Arciduca – giornale che già aveva attaccato violentemente il Governo serbo dopo l’attentato, pubblicando (il 29 giugno) un vero appello alle armi (…). La violenta campagna del giornale viennese contro il diplomatico russo (barone de Hartwig, ndr) ebbe dolorose conseguenze perché fu certamente una delle cause della tragica morte del de Hartwig, sopravvenuta alcuni giorni dopo. (…) Naturalmente tutte le supposizioni circa la repentina morte del Ministro Hartwig erano infondate, a mio avviso. Egli era rimasto vittima di un attacco cardiaco (…)” (pag 155-157) [Giuliano Cora, ‘Cinquant’anni fa: Sarajevo’, Nuova Antologia, Roma, n. 1962, giugno 1964, pag 153-168]