Le autorità ecclesiastiche disapprovarono il nuovo sistema d’illuminazione a gas di case e strade

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VAN-LOON Hendrik, L’uomo inventore. Storia delle invenzioni. VALENTINO BOMPIANI EDITORE. MILANO. 1935 pag 287 16° prologo, illustrazioni, titolo originale ‘The multiplex man’, traduzione di Carlo COARDI. [‘Che esistessero certe sostanze invisibili, prive così di volume come di forma, lo sapevano già i fisici Greci venticinque secoli fa. Ma le tenevano in sospetto, come forze occulte, capaci di causare molti mali e poco bene; quindi s’astennero dall’indagare se potessero servire a scopi pratici. Ma agli occhi degli alchimisti medievali, quel «pneuma» o «aura» o «spirito», o qual si fosse il nome con cui designavano la forza occulta in questione, rivestiva pregi suscettibili d’esser convertiti in moneta sonante, ricavabile dalle tasche di ricchi ma ingenui clienti; e un vecchio stregone si specializzò nella fabbrica di «emanazioni» a tal punto che, per mero caso, scoprì la sostanza che oggi denominiamo biossido di carbonio, e che lo impressionò tanto da indurlo a conferire il pomposo nome di «gas», ch’ei derivò nientemeno che da vocabolo greco ‘caos’. Il nome attecchì, e durò, se pur sia dimenticato da un pezzo quello dello scopritore, Van Helmont; sebbene noi oggi chiamiamo gas la sostanza che distilliamo dal carbone solo a scopo di illuminazione. Le sue proprietà combustibili erano già note nel seicento, ma l’uomo che aveva fatto tale scoperta era troppo progredito pei tempi in cui viveva, e in cui la pericolosa emanazione continuava a costituire il terrore delle genti, quasi che sprizzasse fuor da qualche crepaccio dell’Inferno. Sicché il gas serviva solo a riempire i palloncini, fatti con le vesciche dei maiali, che facevano parte d’ogni spettacolo da fiera. Durante le guerre della rivoluzione francese i palloni acquistarono a un tratto alte virtù militari, e un fisico belga ebbe l’idea di riempire uno sferico di carta con gas anziché con aria calda, e il gas che aveva prodotto in eccedenza al fabbisogno lo usò per illuminarsi l’alloggio. Il suo tentativo di trasformar la notte in giorno incontrò il biasimo generale; e fu solo dopo le guerre napoleoniche che il gas acquistò il diritto di illuminare le strade e gli interni delle case, sebbene ancora osteggiato aspramente da migliaia di individui, sorretti dalla cordiale adesione delle autorità ecclesiastiche. Le quali, per giustificare la loro disapprovazione del nuovo sistema d’illuminazione, fornivano svariate sballatissime ragioni. Citavano il capitolo della Genesi che spiega in qual modo Dio creò non solo il giorno, ma anche la notte, e ne concludevano che ogni sforzo diretto a migliorare l’operato di Dio, si pur nell’intento di conferire all’occhio la possibilità di vedere nelle tenebre, era una sacrilega espressione dell’arroganza umana. Ma lepidissima fra tutte fu la ragione addotta dal governatore di Colonia per escludere il lampionaro dalle vie della sua città; diceva che l’uso del gas era, oltre che anticristiano, anche antipatriottico, in quanto l’assuefare il popolo all’illuminazione permanente lo disamorerebbe dalle luminarie festive con cui si soleva celebrare ogni patriottico evento ed esaltare il rispetto verso la dinastia regnante. Ai nostri occhi tutto ciò suona assurdo, oggi che il gas illuminante è stato adottato da tutto il mondo” (pag 270-272)] [ISC Newsletter N° 96] ISCNS96TEC [Visit the ‘News’ of the website: www.isc-studyofcapitalism.org] 

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