Fascismo, leggi razziali, burocrazia e corruzione

“Le voci sulla corruzione degli addetti alle pratiche sono riportate anche in diari dell’epoca. Il 2 marzo 1940 Piero Calamandrei annota nel suo taccuino: «Il prof. Redenti mi diceva ieri gli sconci che succedono per il Tribunale della razza. Più di 50 domande di ebrei che chiedono di dimostrare di essere figli di puttane, cioè figli adulterini di padre ariano. E ci sono avvocati e funzionari che guadagnano fior di quattrini su queste speculazioni» . Peraltro le pratiche di discriminazioni sono lunghe e laboriose e intorno ad esse si addensano «vendite di fumo, di intimidazioni, di soprusi». Ma nel frattempo che la burocrazia fa il suo lento corso, gli ebrei ci rimettono lavoro e condizioni di vita. Anche questo è sotto gli occhi di tutti, come rivela un informatore della polizia che raccoglie queste notizie: «Non vi sono fra gli ebrei solamente i ricchi, che hanno comunque beni stabili da tutelare e altre categorie di attività, ma vi sono anche coloro che difendono l’unica loro attività di lavoro, il posto in una qualche azienda anche privata, che permette loro di vivere, pare che in vari di questi casi, non sia contemplato, o non sia esplicitamente detto, che coloro che hanno in corso la pratica di discriminazione, non possono esser toccati, fino a quando non giunga o no il decreto favorevole. Secondo quanto abbiamo sentito, vi sarebbero aziende che danno un termine preciso, per licenziare i loro dipendenti, giunga o no il decreto favorevole. Queste ditte non si vogliono curare che l’interessato abbia dimostrato di aver in corso la pratica corredata da tutti i documenti e inoltrata dalle autorità prefettizie al Ministero competente e provvedono secondo la loro veduta». Furono circa novemila gli ebrei che alla fine resteranno esclusi da tale beneficio. Una sofferenza nella sofferenza, che porterà a volte a scelte disperate e sacrificali” (pag 199-200) [Marco Avagliano e Marco Palmieri, ‘Di pura razza italiana. L’Italia «ariana» di fronte alle leggi razziali’, Baldini e Castoldi, Milano, 2013]